La tosse della terra di Domenico De Luca – Palmi e quel pezzo di storia che mancava
13 Gennaio 2024 0 Di kairosmagSono passati pochi giorni dall’anniversario del terremoto (e maremoto) che nel 1908 seminò distruzione, paura e morte nelle aree dello Stretto di Messina con più di 80mila vittime complessive. Pochi sanno però che dopo Messina, Reggio Calabria e Sant’Eufemia d’Aspromonte, il quarto centro più colpito in assoluto fu Palmi; cosa avvenne alla città della Costa Viola dopo il 28/12/1908 non era mai stato raccontato in maniera approfondita e molti punti erano rimasti frammentati e oscuri. Un lungo lavoro di ricerca, quello del giovane storico e giornalista del Quotidiano del Sud Domenico De Luca, ha permesso a nuove pagine di storia locale di essere scritte. In “La tosse della terra – 28 dicembre 1908 – Fine, rinascita, memoria e futuro della città di Palmi” pubblicato da Officine Editoriali da Cleto di Marco Marchese e con prefazione di Giovanni Petronio – che ha appena ottenuto il secondo piazzamento al Concorso Storico – Letterario “Metauros”- i lettori potranno non solo conoscere cosa successe a Palmi in quei tristi giorni, ma sorprendersi davanti a una città diversa, con quartieri dai nomi dimenticati, una Palmi di cui una parte d’identità è andata perduta per sempre: sabato 13 gennaio 2023, col patrocinio, tra gli altri, di Kairòs_Mag, al The Harp Tea Room alle ore 18:00 questa Palmi sconosciuta sarà in parte svelata durante la presentazione del libro, “raccontato” dall’autore in una conversazione con Eliana Ciappina e lo stesso editore, Marco Marchese.
Questa è la terza presentazione per “La tosse della terra”: la prima, tenutasi con grande successo alla Casa della Cultura “Leonida Repaci” di Palmi, e la seconda, nel suggestivo scenario del Palazzo Mezzatesta di Seminara (che fu il quinto centro più colpito dal sisma) alla presenza dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovanni Piccolo. “Momenti che hanno segnato la drammaticità del tempo e le generazioni future, è bello leggere come Seminara ha saputo rinascere e adattarsi e diventare la città che tutti vediamo”. Simili sentimenti di attaccamento al territorio, ma anche di soddisfazione per il lavoro svolto dal giovane storico, quelli dell’Assessore alla Cultura del Comune di Seminara Domenico Scordo: “La presentazione del libro “La Tosse della Terra” di Domenico De Luca, davanti al frontale del Palazzo Mezzatesta é stata un’ occasione per discutere di un Evento tellurico che colpì il cuore dei Seminaresi il 28 Dicembre la Maestosa Basilica della Madonna dei Poveri… Crollò… Risparmiando miracolosamente l’ abside dove era custodita la Madonna dei Poveri. Tanto fu lo sgomento dei nostri antenati che trasferirono l’ epiteto del 5 febbraio di “Flagello” al 28 Dicembre. Un Evento culturale riuscitissimo non poteva essere altro in questo scenario incantevole, un Grazie all’ autore Domenico De Luca per il prezioso lavoro di ricerca e di divulgazione che ha saputo sapientemente raccontare con questa opera, mi ha fatto piacere la presenza dei ragazzi del servizio civile, a loro e a tutti i giovani il compito di divulgare quanto sia importante imparare dal passato per non commettere gli stessi errori e per non essere impreparati di fronte ad eventuali nuovi eventi catastrofici”.
La relatrice Eliana Ciappina aveva messo in evidenza perché questo libro è importante non solo per Palmi, ma anche per la Piana: “esso ci consente di analizzare il terremoto nella nostra comunità e la loro rinascita nel nostro territorio, le comunità interne dal punto di vista antropologico, sociologico, genetico”. Difatti, chi leggerà l’opera, potrà capire perché gli abitanti di questa terra meravigliosa, ma al contempo piena di insidie ci ha resi, dopo il 1908 diversi “geneticamente”.
Coi vari “tremori”, come li definisce Domenico, siamo cambiati, così anche il mondo intorno a noi; già dal “Grande flagello” settecentesco, come sostiene lo scrittore a livello nazionale, Santo Gioffrè, presente a Seminara, “Dopo il 1783 abbiamo abbandonato quel mondo, ne è nato un altro”, che ha voluto anche sfatare alcune superstizioni religiose che le masse facevano legare agli eventi sismici.
Un altro motivo per cui i ragazzi dovrebbero leggere il libro di Domenico è cercare, nel nostro piccolo, di essere persone che portano avanti i loro buoni propositi. Dopo il terremoto del 1783 il piano regolatore imposto dai Borbone -intervento urbanistico tra i primi in Europa- aveva, per i primi anni post-sisma, vietato la sopraelevazione degli edifici, ma col passare del tempo le migliori intenzioni furono sommerse dalle macerie dell’interesse personale. È dunque un libro che parla di coscienza personale e collettiva, e di futuro. “La chiave di lettura è quella della prevenzione, di cercare di costruire case che possano rispecchiare criteri antisismici, ora si sta partendo con l’adeguamento degli edifici scolastici, ma molto in ritardo, e troverete anche quest’aspetto nel libro”, afferma lo stesso autore.
È dunque un’opera che parla di futuro. Sabato infatti alla Sala da Tè sul Corso Ten. Aldo Barbaro, si parlerà anche di tecniche innovative ed ecosostenibili di costruzione edilizia con Marco Marchese e da lui stesso realizzate, argomento ampiamente trattato nel libro: esempi virtuosi che possono essere applicati nel concreto.
Ad esaltare il valore morale del libro, il giovane storico ed attivista Giovanni Petronio, (il cui impegno sociale, tra cui la riapertura delle ferrovie locali per collegare le aree interne in Calabria, gli è valso una lettera di encomio dal Presidente Mattarella): “Il lavoro dello storico è quello di un artigiano che piano piano riesce a realizzare un prodotto. Un lavoro fatto con l’anima e tanto cuore. Domenico De Luca che è un figlio di questo territorio, cammina sui luoghi dove più di cento anni fa, dove il terremoto ha devastato ogni cosa. C’è un forte senso di legame e responsabilità nei confronti del territorio e di chi non c’è più in una proiezione verso il futuro”.
L’arch.Wladimiro Maisano, già Assessore alla Cultura del Comune di Palmi, è intervenuto dal pubblico:“Mi chiedo se domani accadesse ciò che è avvenuto nel 1908, e noi dovessimo lasciare da parte ogni cosa. Tendiamo a rimandare “lo facciamo domani, tanto non succede”, e invece no, il fattore primario è la tutela dei concittadini del territorio, ancor prima di tutto. Se prendessimo questa consapevolezza saremmo una società moderna”.
Uno dei motivi per cui molti giovani dovrebbero leggere “La tosse della terra” è infine l’amore e l’organizzazione di un loro coetaneo per lo studio e per il territorio. Ne è testimone lo storico e ricercatore Don Letterio Festa che a Seminara ha ricordato i momenti in cui vedeva Domenico mettere pazientemente insieme i pezzi della sua “Tosse”: “Ha fatto questa fatica per noi, l’ho visto con i miei occhi: questo libro viene a colmare un vuoto grave, l’argomento è stato in passato trattato di striscio ma qui viene argomentato con la forza dei documenti, in lui brillava il sacro fuoco della storia”.
Molti altri potrebbero essere i ragazzi che amano il territorio, la storia, e vorrebbero nutrirla di giustizia e coscienza sociale, che leggendo di pagine di incuria sappiano dare una svolta al passato, cambiando geneticamente volto a una terra destinata a tremare ancora.
Deborah Serratore