Nella seconda parte il film tratta, dilungandosi probabilmente un po’ troppo, il declino dei due artisti travolti dall’avvento del sonoro e ormai inadeguati a stare al passo con i tempi.
La situazione si complica col giungere degli anni ’30, periodo del proibizionismo, e con la redazione del Production Code che introdusse una serie di norme morali e la censura nelle produzioni cinematografiche.
Eppure Manuel trova il suo posto in questo microcosmo patinato in cui scomodi ed ingiusti compromessi sono all’ordine del giorno: quello che né Jack né Nelly saranno in grado di fare.
Babylon è certamente un film da vedere per ripercorrere quello che fu un momento storico fondamentale per l’evoluzione della settima arte, e che tocca questioni sociali importanti come l’emancipazione femminile ed il razzismo; visione caldamente consigliata per godere delle travolgenti musiche, delle ottime interpretazioni attoriali ma che, a mio avviso, non riesce a mantenere la linea poetica di La La Land deludendo le aspettative. Un’altra nota stonata è il personaggio di Tobey Maguire, particolare ed interessante, che viene sacrificato in una scena superflua a secondo tempo inoltrato.
In sintesi, Chazelle dichiara il suo amore per il cinema realizzando un’opera ambiziosa, che riesce fortunatamente ad intrattenere. Ciò nonostante, la pellicola risulta infine troppo lunga, non memorabile, con una dedica sul finale forse fin troppo pretenziosa e personale che non coinvolge come sperato.
Voto: 6