1992-2022: Trent’anni di ricerca, tra storia e devozione
4 Dicembre 2022 0 Di kairosmagIl 2022 è il mio trentesimo anno di ricerche condotte sulla chiesa di San Fantin di Venezia.
Intorno all’850/900 d.C., a Venezia venne eretta una chiesa dedicata a San Fantino il Cavallaro, nativo di Taureana, come oratorio privato della famiglia Pisani. All’origine del culto, ma non c’è fonte certa, potrebbe essere un contatto tra la Serenissima e Taureana nel lontano 827, durante la prima spedizione navale veneziana contro i turchi residenti in Sicilia. In tale occasione, i veneziani misero le navi alla fonda a Messina, Pizzo e altri luoghi, e fondarono le basi anche per uno scambio commerciale nella zona di Crotone.
La studiosa Enrica Follieri ha scritto un corposo libro sulla Vita di San Fantino il Giovane, venerabile eremita, nato nel 927 a Taureana e morto in Grecia il 30 agosto 1980. In un convegno, la filologa ha affermato senza nessun dubbio, che la chiesa di San Fantino il Cavallaro di Venezia è antecedente alla nascita di San Fantino Il Giovane. Che si tratti proprio di San Fantino il Cavallaro concordano anche numerosi autori di storia veneziana.
La chiesa si trova in Campo San Fantin, di fronte al Teatro La Fenice, fino al 1750 conosciuto come il ” Gran Teatro di commedie de San Fantin”.
A fianco al teatro si trova l’Ateneo Veneto, istituto culturale nato nel 1812 dopo i decreti napoleonici; prima di quella data, l’edificio ospitava l’ex Scuola Grande di San Fantin e San Gerolamo.
La mia curiosità su San Fantino a Venezia cominciò alla fine degli anni ‘80, leggendo sulla rivista trimestrale “Studi Meridionali” del 1969, curata dal prof. Vincenzo Saletta, l’articolo relativo al Cardinale Patriarca di Venezia Giovanni Urbani Un Patriarca Veneziano, del prof. Gastone Imbrighi. L’articolista nomina nel suo scritto la chiesa di San Fantino in Venezia, coincidenza singolare che mi spinse ad approfondimenti.
Dovetti attendere fino al 1992 per poter visitare la chiesa dove, un incontro con l’allora parroco, Mons. Luigi Cucco, mi confermò i natali calabresi del santo venerato e la devozione della città a san Fantin, testimoniata anche dalle numerose opere d’arte a lui dedicate.
Sull’altare maggiore della chiesa ormai chiusa, assieme alla statua di San Marta, figura una bellissima statua marmorea di San Fantino del 1756 (copia fedele di una statua in legno antecedente al ‘400) dello scultore Giuseppe Bernardi.
Un arazzo raffigurante S. Fantin, si trova nella chiesa di Santa Maria del Giglio.
Nella Basilica di San Marco, inoltre, si può ammirare un meraviglioso mosaico, raffigurante un giovane San Fantino (S. Fantinus, mosaicato nero su sfondo azzurro).
Quando lo vidi mi fu impossibile trattenermi dall’esclamare: “Ma è un ragazzo, è solo un ragazzo!”.
Mosso da rinvigorito entusiasmo ed ammirazione, decisi che avrei dato degna notizia di questa santa figura e della sua storia gloriosa.