E tu sai cosa mangi?

E tu sai cosa mangi?

4 Dicembre 2022 0 Di kairosmag

In questo mondo dove la globalizzazione ci rende liberi di accedere a cibi e culture varie, siamo veramente in grado di capire cosa mangiamo e come è stato fatto quel prodotto? 

Sono Federico Giovinazzo e sono un Tecnologo Alimentare, che per il dizionario è “la figura professionale che si occupa di progettare e controllare i processi di lavorazione di prodotti alimentari, verificandone il livello qualitativo e la conformità alle norme di igiene e sicurezza alimentare”. Tanti paroloni per dire che il mio lavoro significhi assicurarmi che le persone mangino cibo nutriente, sicuro e che lo facciano con consapevolezza. 

In gran parte del mondo il cibo viene garantito tramite intermediari, fornitori e grandi super o ipermercati, riuniti sotto l’unica grande sigla di GDO, ovvero Grande Distribuzione Organizzata, che porta al consumatore finale -noi persone comuni- la maggior parte dei prodotti di cui necessita. Tutto ciò è una delle grandi conquiste dell’era moderna: garantire cibo, e non solo, a chiunque riesca a permetterselo, eliminando molte fatiche, gravi rischi e tante mancanze. Ma come si possono sfamare miliardi di persone in ogni parte del mondo? Semplice: ognuno fa la sua parte; il  signor Ford sarebbe felice di vedere la più grande catena di produzione del globo. Eppure restano delle domande: sappiamo veramente cosa mangiamo? Da dove viene il cibo che consumiamo? 

La risposta non è semplice e mai lo sarà, ma per tutti i consumatori sono state messe a disposizione informazioni, che molto spesso ignoriamo a favore del prezzo scontato o semplicemente perché non sappiamo interpretarle. Oggi voglio darvi qualche “dritta” per aiutarvi a capire meglio ed interpretare queste scritture quasi “aliene”. Le informazioni a cui mi riferisco naturalmente sono racchiuse nelle etichette del prodotto: esse garantiscono i dati in merito alla sicurezzaprovenienza e ai valori nutrizionali dell’alimento, ma ci danno anche molte informazioni utili su come sia stato prodotto, sul dove e in alcuni casi anche quando. 

A titolo di esempio, prendiamo una qualsiasi etichetta di un prodotto in scatola particolarmente amato dagli studenti universitari, ovvero il tonno sott’olio. Con un primo sguardo all’etichetta possiamo già sapere che tipo di tonno è stato usato: “thunnus albacares”. Questo ci fa capire di che pesce parliamo e ci indica anche che il prodotto ha una qualità che il produttore vuole far conoscere al consumatore, invece di rifugiarsi in una semplice indicazione che nasconde molto più che la specie. Non solo, attraverso l’etichetta possiamo anche identificare le zone FAO, che indicano dove il pesce è stato pescato. Si può avere conferma della posizione delle zone con una semplice ricerca sul web:il nostro bacino, ovvero il Mar Mediterraneo, è la zona FAO 37

Altri esempi, anche per risparmiare, li possiamo trovare in prodotti cosiddetti “conto terzi”, ovvero prodotti richiesti dalle aziende ai produttori ed etichettati con il nome dell’azienda richiedente:  solitamente sono i prodotti dei supermercati o delle grandi catene. Prestando attenzione agli stabilimenti di produzione e ai valori nutrizionali riportati, ci si può accorgere di come molti prodotti siano fatti da grandi aziende, ma venduti ad un prezzo alla portata di tutti. Quindi, cari lettori e lettrici di Kairòs, avete più potere di quello che ritenete in questo complesso circolo del cibo: tenete d’occhio le etichette poiché vi dicono molto più di quello che pensate e non lasciate tutto nelle mani di chi produce a scapito vostro. Siate CONSUMATORI CONSAPEVOLI.

Un saluto dal vostro Tecnologo Alimentare di quartiere

Federico Giovinazzo