1° Concorso di poesia Kairos_mag “NATALE ANTICO IN CALABRIA: Luoghi, ricordi e tradizioni”
11 Febbraio 2022 5 Di kairosmagSi è concluso il 1 gennaio il I Concorso di poesia Kairos_mag “Natale antico in Calabria: Luoghi, ricordi e tradizioni” in collaborazione con The Harp tea Room. Per motivi di elevato numero di contagi abbiamo preferito non tenere la premiazione in presenza come inizialmente previsto. Pubblichiamo con enorme piacere tutte le poesie pervenute.
Un grande ringraziamento va a chi ci ha dato fiducia inviandoci i loro versi. I partecipanti riceveranno gli attestati via email e, quando l’emergenza pandemia sarà diminuita doneremo una targa al primo classificato.
1° Classificato
Nino Bonaccorso
A GESU’ BAMBINU
Stanotti nasci lu Misia
esti jornu d’allegria
è miraculu pe mia
ca mi libara la via.
Benidittu è lu pagghiaru
aundi nasci lu Bambinu
fu pe tutti nu riparu
lu so Spiritu divinu.
Fu pe tutti i piccaturi
grandi liberazioni
com’e pecuri u Pasturi
ndi portàu a redenzioni.
Però poi perdimmu a luci
fummu ‘ngrati e renitenti
u ‘nchiovammu nta na cruci
comu se non fussi nenti.
Pe mi sarba tutti quanti
jornu u Pasca lu Signuri
cu na luci abbaglianti
ndi riporta u Redenturi.
A GESU’ BAMBINO
Questa notte nasce il Messia
è nottata d’allegria
è un miracolo per me
che mi libera la via.
Benedetto è il pagliaio
dove nasce il Bambino
fu per tutti un gran riparo
il suo spirito Divino.
Fu per tutti i peccatori
grande liberazione
come pecore il Pastore
ci portò alla redenzione.
Ma poi abbiamo perso il lume
siamo stati ingrati e renitenti
lo abbiamo inchiodato in croce
come se non fosse niente.
Per salvare tutti quanti
giorno di Pasqua il Signore
con una luce abbagliante
ci riporta il Redentore.
2° Classificato
Anna Orlando
FOCULARU MEU
Friddu e nivi a’ la jhumara
jucàvamo a ‘mmucciagghia
-criatureddhi ‘a scaza
èramu-, figghioleddhi a Natale.
‘Nu zzùncu di luvàra ‘ndi chiamava
‘i supa ‘di mattùna,
‘i supa ‘o foculàru,
-mentri ca cucìa sècuru e cicerchia.
«Mùscj-mùscj*» – dicìva ‘a nonna,
cu lu muccatùri ‘ndi pulizzàva ‘o musso;
pani i casa, sali, ogghiu,
duci carizzi e bbasati ‘ndi dava.
«Non parri? » – dicìva ‘a nonna
«Bellu mèu, veni ‘cca ‘i mia:
ninno-nè, ninno-nà, cu voli figghi beddhi
mi vai mi si ‘ndi fa e ‘u chiù beddhu allu ‘cca.»
Nu povarèddhu, siccu e smilingàtu
veni mi ci cerca ‘ncuna cosa:
nu panareddhu chinu ‘i zzibbibbu
liva, pani e vinu po’ Bombinu Gesù.
Focularu meu, dintra
lo me cori allunato
a lu tiempo dii cadenduli
di lu misi di dicembre.
IL MIO FOCOLARE
Freddo e neve alla fiumara
giocavamo a nascondino
-creaturine giovani e scalze
eravamo-, bambini a Natale.
Un grande ceppo d’ulivo ci chiamava
da sopra quei mattoni,
da sopra il focolare
-mentre cucinava bietola e cicerchia.
«Mùscj-mùscj» – diceva la nonna,
con il fazzoletto ci puliva il viso;
pane casareccio, sale, olio
dolci carezze e baci ci donava.
«Non parli? » – diceva la nonna
«Bello mio, vieni qui da me:
ninno-nè, ninno-nà, chi vuole figli belli
va e se li fa e il più bello eccolo qua.»
Un poveretto, smilzo e malconcio
viene e cerca qualche cosa (da mangiare):
un cestino con uva zibibbo,
olive, pane e vino per il Bambinello Gesù.
Focolare mio, dentro
il mio cuore visionario
al tempo delle calende
del mese di dicembre.
* Mùscj-Mùscj: tipico richiamo rivolto a gattini o galline; qui, in tono vezzeggiativo, la nonna si rivolge ai bambini.
Consulenza linguistica a cura di Vincenzo Orlando (Palmi)
Treviso 22 dicembre 2021
3° Classificato
Marìca Modaffari
NATALE ERA UNA VOLTA
Natale era una volta, un Natale antico,
prendimi la mano che adesso te lo dico.
Il mistero era nell’aria che sapeva di farina:
in Calabria il Natale c’era già dal giorno prima!
Natale era una volta,
giorni di gioia piena,
il suono di campane e all’alba la novena.
Natale era una volta,
odore di zeppole e nonne in cucina,
bucce di mandarino e una letterina.
Natale era una volta,
la calza, la befana, la cenere e il carbone,
l’incanto dell’attesa, torrone e panettone.
Natale era una volta,
parenti che chiamano: quaterna, cinquina!
Vince il nonno o la cugina?
Natale era una volta,
davanti al presepe a posarvi il Bambino.
Natale era una volta,
mille storie accanto al camino.
Profumo di legna, famiglia unita, freddo fuori
ma tanto caldo dentro ai cuori.
Natale era una volta e potrebbe esserlo ancora.
Natale senza amore è solo una parola.
4° Classificato
Carmelo Fiorino
QUESTA È UN’ALTRA STORIA
Nel mentre l’onda del mio tempo scivola piano
tra le virtuose acque della Marinella
mi soffermo a rimirar nella notte, il paesaggio
e nell’osservarlo, la mia mente scorre in ricordi perduti
di un passato che ormai per me è così lontano.
Evoco un immaginario presepe marino:
la stradina stretta che sale l’irta costa,
le curve illuminate dai vecchi lampioni,
le dimore antiche, ormai orfane, dei pescatori
e nel mio silenzio il solo soffio del vento
che penetra nelle case ormai dirute.
Qui odi il belare del gregge di Melu pedazzi
che protetto dal fianco granitico del Sant’Elia,
sfida il freddo pungente della notte
tanto da sembrare un gregge all’aperto a Betlemme.
In alto nel cielo, la luna con il suo chiarore
schiarisce il buio come di una strenna di Natale
posandosi sopra quel pino maestoso che sovrasta la Cala
con le luci dei lampioni che lo avvolgono illuminandolo.
È mezzanotte e nella capanna dell’ovile al fianco al colle
le pecore con il loro belare danno il benvenuto alla vita
riscaldandone con il loro alito e con la bianca lana
il nascente “agnellino” cosi piccolo e indifeso.
Ma … tutto è avvolto nel mio immaginario
nella magia del mio presepe e del mio albero.
Però questo non è il presepe inanimato in una stanza
e la luna, non è la stella cometa dell’albero di Natale.
Forse per un attimo, mi sono calato nella parte
ma, questa è un’altra storia!
5° Classificato
Maria Daniela Timpani
QUEL NATALE…
Luci tremolanti
come lanterne esposte
a rischiarar la strada.
Che ne è stato
delle voci concitate
dei bambini ancora piccoli
che sciamavano tra i vicoli
ai piedi della chiesa…?
Festose e liete, le campane:
nugoli di gente
vestita a festa
accorreva, pregando.
Si sentiva, il Natale:
nell’abbraccio tenero dei nonni
nella tavola imbandita
nella letterina nascosta sotto il piatto
negli sguardi della gente
nei profumi di cucina delle case.
Nel cuore, soprattutto.
Davanti al focolare ascoltavamo
tra un mandarino e l’altro,
le favole fantastiche dei nonni
che il calore del Natale tramandava.
C’era, in quel Natale,
ciò che adesso manca…
gioia, umanità e speranza.
6° Classificato
Cosima Cardona
U NATALI
‘rrìunu i pasturi
sonunu i zampugnari
eccu sta rrìvandu
‘a notti ‘i Natali,
u’ friddhu nta sta notti
si senti ccà ntà staddha,
nu bboi, nu sceccu,
chi ‘spettunu ‘a Maronna.
E’ ‘randi l’umiltà
‘i sti cristijani
u’ Signuri nto pagghijaru
e Maria ntra ddhu ‘nimali,
San Giuseppi, chi esti u’ patri
cu’ nu sceccu, ‘iddhu camina,
faci sràta puru ascaza
e ‘na vesta ancoddhu ‘avi….
I cchiù umili ‘i sta terrra…
sunnu sempri i cchiù rrìcchi,
paci, amuri, a chini mani,
portunu nta sta Santa notti…
Tutti quanti nu rrìalu
pi’ jutari sta Famigghia
chi pi’ seculi ‘rrìstau
rintra u’ cori ‘i tutti nui, e…
ntà ‘na taula cunzata,
ntè rrìali ri figghijoli,
ntè preghieri ‘i tutt’a genti,
ntè paroli sulu bbòni…
ntà sti stiddhi, ccà ‘mpicciati,
ntà li luci ru’ Natali,e….
e ntà musica ri’ zampugnari.
IL NATALE
Arrivano i pastori
suonano i zampognari
ecco sta arrivando
la notte di Natale,
il freddo in questa notte
si sente nella stalla,
un bue un asinello
che aspettano la Madonna.
E’ grande l’umiltà
di queste persone
il Signore nel pagliaio
e Maria tra due animali.
San Giuseppe, che è il padre,
con un asino egli cammina,
anche scalzo per le strade….
ed un saio addosso ha.
I più umili di questa terra
sono sempre i più ricchi
pace, amore, in abbondanza
portano in questa Santa notte,
tutti quanti un regalo
per aiutare questa Famiglia,
che per secoli è rimasta
dentro il cuore di noi tutti, e …
in una tavola apparecchiata,
nei regali dei bambini,
nelle preghiere della gente,
nelle parole solo buone…
nelle stelle appese in cielo,
nelle luci del Natale, e…
e nella musica dei zampognari .
Scilla – Natale 2021
Entusiasta del risultato conseguito. Infiniti ringraziamenti alla prestigiosa associazione culturale Kairos ed alla pregevole giuria per avere svolto un certosino lavoro di analisi e valutazine delle opere pervenute e per avere attribuito l’ambito primo posto ai miei versi, peraltro veramente ispirati dal grande evento storico e religioso della natività di Gesù Cristo, che ha segnato la storia del mondo.
Grazie infinite a te, caro Nino, di aver preso parte al progetto, il primo di una lunga serie che speriamo vedano la luce.
Il nostro obiettivo principale è quello di creare relazioni in un territorio ricchissimo di umanità, potenzialità e bellezza. Ti aspettiamo nelle prossime attività!
un caro saluto, pieno di stima e affetto.
Grazie del gentile e caloroso riscontro. Sono certo che riuscirete con successo a realizzare i vostri sani e impegnativi progetti sociali, culturali e di crescita sia per l’associazione che per l’intera città. In bocca al lupo. Nino Bonaccorso.
Felicissima di aver partecipato, leggo con piacere di essere stata anche apprezzata. Ringrazio di cuore per l’attenzione e la professionalità dimostrata.
Grazie! Vi aspettiamo ai prossimi eventi