Il coraggio di restare – Pensieri di un giovane calabrese
10 Gennaio 2022 0 Di kairosmagLa Calabria è la regione più povera d’Italia (1), quella con la maggiore disoccupazione e soprattutto quella che conta la maggiore emigrazione (2). Per non parlare della situazione interna in quanto a servizi e infrastrutture; nella costa ionica non si ha ancora nemmeno la rete ferroviaria elettrificata. Inoltre, a molti cittadini sono negati i servizi basilari a causa di un’iniqua distribuzione delle risorse tra le varie regioni da parte dello Stato Italiano.
Un altro assurdo paradosso riguarda l’energia elettrica: la Calabria è totalmente autosufficiente nella produzione di elettricità, ma nonostante ciò i suoi abitanti pagano la tassa sulla corrente più alta d’Italia (3).
Molto spesso definisco la nostra regione il Sud del Sud, considerata la situazione in cui versano i nostri territori. Ma cosa si prova a vivere a Sud del Sud? Si riesce ad andare avanti, a realizzarsi? Forse sarebbe preferibile emigrare in un luogo con una situazione economica migliore? La Calabria è una terra dura, aspra, difficile. Esiste però qualcosa di forte e intenso tra la Calabria e i calabresi. Credo fermamente che essa vada oltre una definizione territoriale: la Calabria è un vero e proprio sentimento che i suoi figli si portano dentro e resta in loro fino all’ultimo dei giorni. Puoi togliere un calabrese dalla Calabria ma non potrai mai eliminare la Calabria dal cuore di un calabrese. Puoi sradicarlo da Lei, portarlo al Nord o all’Estero per un’intera vita, scollegarlo completamente dalla sua Calabria, ma Lei resterà sempre in lui; nei suoi pensieri quotidiani, nel suo vivere, nei suoi occhi, in tutto se stesso e nella sua anima.
Purtroppo in molti sono dovuti emigrare, costretti dall’assenza di lavoro o da svariate condizioni e situazioni, ma c’è chi resta, nonostante tutto, nonostante tutti. Sono tantissimi, soprattutto giovani, i calabresi che vogliono restare nella loro terra a tutti i costi e sanno bene che ci vorrà il doppio dell’impegno, il doppio dei sacrifici. Non importa quanti ostacoli ci siano da affrontare perché il risultato finale vale tutto: il restare e realizzarsi dove si è cresciuti, non ha prezzo, così come il poter vivere la propria terra, famiglia ed amici tutto l’anno e non solo qualche settimana d’estate.
Certo, se viene notato un ragazzo particolarmente capace gli è consigliato di trasferirsi altrove in modo da poter esprimere al massimo le sue potenzialità e in modo da potersi sistemare subito; però non è così semplice, non per tutti almeno. Come posso io calabrese andare via e lasciare il mio stupendo mare che vive sempre nei miei occhi? Come posso lasciare il mio cielo azzurro e il magnifico verde dei miei monti? Come posso lasciare il posto che è stato la culla della civiltà, con millenni di storia alla spalle? I greci son venuti fin qui e io devo andare via? E poi, come poter fare a meno dei miei conterranei, persone squisite dal cuore grande e dall’umanità sconfinata?
Qualcuno dice che il problema della Calabria siano i calabresi; io all’opposto credo che il bello della Calabria siano anche i calabresi. Oggi abbiamo il fenomeno del “ritorno”; ovvero giovani calabresi che hanno fatto esperienze lavorative fuori regione/nazione per poi decidere di tornare a investire e credere nella loro terra. E se invece facessimo la strada più breve? Cioè, invece di tornare, RESTIAMO. La Calabria, lo ripeto ancora, è una terra dura ma non è un deserto senza futuro; anzi, è una terra meravigliosa da fare invidia al resto del mondo e i calabresi possono farcela; non possono e non devono essere costretti a emigrare. L’emigrazione deve essere una libera scelta e non l’unica strada percorribile per avere un futuro; se un calabrese vuole restare deve poterlo fare senza essere costretto a partire per realizzarsi.
A mio avviso molti ragazzi calabresi avranno sempre quel vuoto dentro che compenserà quelle poche volte in cui tornerà lì da dove è partito. In Calabria c’è speranza, se tanti di noi lo vorranno. Le potenzialità ci sono, non manca nulla: la Calabria non è terra di ‘ndrangheta, è la nostra madre. E i sentimenti verso una Madre, in ogni figlio, rimangono per sempre.
Vincenzo Gullo