ALLA RICERCA DEI CUGINI PERDUTI – Breve guida alla scoperta degli archivi
4 Agosto 2021Approfondire le conoscenze nel campo genealogico e ritrovare le proprie radici è un puzzle affascinante che consente di scoprire come, da documenti di nascita, di matrimonio, di morte o da fotografie e da narrazioni tramandate oralmente, sia possibile ritrovare parenti mai conosciuti.
Presso i Municipi si trovano gliUffici Anagrafe (istituiti agli inizi del 1800 dai francesi occupanti), in cui vengono registrati gli atti di nascita, di morte e di matrimonio. La ricerca ha inizio dalle informazioni reperite dai documenti anagrafici completi, per non incorrere in possibili errori di omonimia.
Qui di seguito vi sono alcuni suggerimenti che possono essere utili.
Gli Archivi di Stato sono uffici dove vengono conservati gli atti di stato civile: morti, nascite, matrimoni dal 1803 circa (ogni cento anni i Comuni versano agli archivi di Stato i registri); inoltre vi sono le sezioni dedicate a: catasti onciari, testamenti, atti notarili (alcuni di questi ultimi risalgono al XVI secolo!), vendite, acquisti, catasti immobiliari, mappe e registri degli immobili. Vi si possono trovare anche: ruoli militari borbonici e napoleonici oltre a pandette militari della Prima e Seconda Guerra Mondiale. Per avere accesso a tali uffici e richiedere le informazioni oggetto del vostro interesse, è necessario annunciare la vostra visita tramite una telefonata o una e-mail. Se vi recherete personalmente, tenete presente che ogni visitatore può consultare solo un certo numero di registri al giorno; di conseguenza, se l’archivio è lontano dalla vostra residenza, non andateci da soli, perché rischiereste di non riuscire ad esaminare tutto.
Alcuni dei documenti conservati negli archivi di stato sono:
Atti di nascita, compilati dal funzionario dell’ufficio anagrafe del tempo; vi erano indicati: i nomi e l’età dei genitori, il giorno e il luogo di nascita, la via o il quartiere dove viveva la famiglia, la professione del padre e i padrini.
Atti di morte: in cui sono specificati il nome del defunto, la sua professione, l’età la paternità e la maternità; se sposato, anche il nome del coniuge
Atti di matrimonio: con i nomi e l’età degli sposi, la professione, i genitori e i testimoni di nozze e le firme di tutti facendo comprendere il livello di scolarizzazione al tempo della vostra ricerca.
Capitoli matrimoniali: sono i contratti di matrimonio che venivano redatti dallo sposo e dai genitori della sposa prima del matrimonio. Vi sono indicati i beni che i promessi portavano in dote; ciò consente di conoscere il tenore di vita delle famiglie oggetto di interesse.
Archivi parrocchiali e Archivi vescovili
La storia delle registrazioni ecclesiastiche è iniziata con un provvedimento del Concilio di Trento del 1545, in cui tutte le parrocchie erano obbligate a tenere libri nei quali registrare battesimi, morti, matrimoni e cresime; i parroci o loro delegati avevano l’incarico di compilarli. In molte parrocchie e negli archivi vescovili, sono conservati documenti che partono dalla metà del 1500.
Non crediate che sia facile comprendere la scrittura del 1500/1600 in latino, con abbreviazioni di difficile decodifica.
Prima di andare a consultare i dati presso una parrocchia lontana, è necessario contattare i sacerdoti in servizio o chi si occupa degli archivi parrocchiali o vescovili. Se vi avrete accesso -sperando che esistano gli indici degli anni di riferimento che chiedete- dovrete controllare i seguenti registri (diversi da quelli civili):
Dei Battesimi, dove vengono indicate: la data del rito, il nome del battezzato e dei genitori, il padrino o la madrina e il sacerdote che somministra il battesimo.
Dei Defunti, in cui si possono trovare molte informazioni preziose. Prima del 1830, ad esempio, le salme venivano sepolte nelle chiese o negli oratori. Oltre al nome, cognome e l’età del defunto, veniva specificato se nobile, soldato o un magistro, un artigiano specializzato; inoltre erano indicati i nomi dei genitori, del coniuge, la causa del decesso e il nome del sacerdote officiante. Grazie a tali documenti si può arrivare a ricostruire un albero genealogico fino dalla metà del Cinquecento.
Matrimoni: indicano data e il luogo del matrimonio, l’officiante, le parrocchie e le città di provenienza degli sposi, i genitori dei nubendi, i testimoni e le firme di tutti.
Altre fonti utili possono essere:
gli uffici dei Cimiteri: dove sono annotati i dati anagrafici dei defunti;
gli Archivi Militari c/o Distretti Provinciali Militari, contenenti i curricula di ogni soldato (vita militare, decorazioni, decesso in battaglia, malattia, ferite.
Vecchi quotidiani, libri locali, microfilm: possono contenere ricordi sportivi, articoli e ricorrenze riguardanti i vostri cari.
Il Decurionato (solitamente in possesso degli archivi comunali o di Stato): qui vi sono antiche delibere riguardanti i lavori pubblici con i nomi delle maestranze coinvolte;
La Conservatoria dei Registri Immobiliari: vi si possono rintracciare ed ottenere copie di antiche compravendite, passaggi di proprietà etc.
Il Catasto Onciario Carlista è una fra le più importanti fonti per lo studio della storia economica e sociale dell’Italia Meridionale. Con una legge del 4 ottobre 1740 re Carlo III di Borbone dispose per il Regno di Napoli la compilazione del catasto onciario per la misura utilizzata per la quantificazione d’imposta. Vi sono registrati in modo dettagliato: la composizione di ogni nucleo familiare, il numero dei residenti di una località, gli abitanti forestieri, religiosi, chiese, monasteri e luoghi pii.
Infine, non meno importanti sono i link su Internet con i siti che si occupano di genealogia (moltissimi gratis), come il Portale Antenati https://www.antenati.san.beniculturali.it/.
Sono consultabili anche i siti che svolgono ricerche sull’emigrazione verso le Americhe o verso altri continenti, come ad esempio:
https://www.cognomix.it/emigrati.php
https://heritage.statueofliberty.org/
La storia è fatta anche delle vicende di ogni persona vissuta prima di noi e la genealogia può ricostruire il passato ed aiutarci a comprendere ed apprezzare chi eravamo.
Bibliografia
- Per le abbreviazioni latine c’è un preziosissimo libro diAdriano Cappelli. “Dizionario di Abbreviature Latine ed Italiani”. Milano, 1912 ed è l’ABC del ricercatore.
- G. Badini Archivi e Chiesa. Lineamenti di archivistica ecclesiastica e religiosa 1989
- L. Caratti Guida alla ricerca genealogica- CLUEB Bologna, 1998;
- L. Sarzi Amadé Come svolgere ricerche sui propri antenati Mursia -Milano 1995
Francesco Saletta