I segreti di Contrada Acqualive –  Posti nascosti e dettagli della storia palmese

I segreti di Contrada Acqualive – Posti nascosti e dettagli della storia palmese

28 Novembre 2020 Off Di kairosmag

Questo nuovo articolo di storia locale riassumerà in maniera semplice ed esplicativa alcuni luoghi simbolo della storia palmese presenti fra Contrada Acqualive, il rione Palmara e il pianoro denominato “Torre”. Per i meno accorti contrada Acqualive (nota anche come Acqua degli Ulivi/Acqua Ulive) è una zona di Palmi corrispondente territorialmente al vallone che la fiumara Sambiceli attraversa per sfociare presso la spiaggia della Marinella. La contrada è localizzata infatti fra il quartiere Cittadella e la stessa spiaggia della Marinella e comprende formalmente anche il rione Palmara e il pianoro “Torre”.

Ed ecco alcuni punti storici degni di nota:

LA CROCE DEI MORTI

A Palmi, in zona Acqualive/rione Palmara, trova posto un’edicola votiva dedicata alla Madonna del Carmine e alle Anime del Purgatorio.

L’ immagine si trova in tale luogo a perenne memoria dell’eccidio compiuto dai marinai palmesi contro i pirati turchi nel XVI secolo, nel quale secondo la tradizione palmese venne decapitato il famoso pirata Dragut (sebbene sia storicamente noto che il vero Dragut morì a Malta nel 1565). Secondo gli antichi fu proprio l’intercessione della Madonna del Carmine ad evitare che i corsari turchi raggiungessero la Cittadella per distruggerla.

Il dipinto nella piccola edicola è del pittore A. Cicala, ma il quadro originale si trova presso una famiglia di Palmi.

LA PIETRA DEL DRAGO

Secondo la tradizione, questa pietra in località Acqualive, ha un significato storico ben profondo. È infatti in questo luogo che la storia locale, vuole si avvenuta la decapitazione del corsaro Dragut Rais a opera degli abitanti di Palmi. Leggenda narra, che nel corso del XVI secolo durante una delle numerose incursioni piratesche lungo il litorale della Costa Viola alcuni soldati turchi sbarcarono presso la Marinella di Palmi. Quest’ultimi, oppressi dal calore estivo, si accamparono in zona Acqualive per dissetarsi. Qui vennero assaliti dai cittadini di Palmi, che riuscirono così a impedire l’attacco alla loro città. Il capo dei corsari, identificato nella figura storica di Dragut, essendo gravemente ferito, venne ucciso con decapitazione presso una grande pietra che ivi si trovava in quel luogo. La testa venne infine portata trionfalmente per le vie cittadine. Qui il mito si intreccia con la storia. È infatti ormai noto che il vero Dragut, non morì a Palmi, ma bensì durante l’assedio di Malta nell’anno 1565 ferito da una scheggia di pietra ed è quindi probabile che l’individuo ucciso a Palmi (secondo tradizione) fosse in realtà un altro corsaro.

LA VALLE DEGLI OPIFICI

All’inizio del secolo scorso, la zona dell’Acqualive, e di conseguenza anche la sottostante spiaggia della Marinella era fortemente caratterizzata della presenza di diversi mulini ad acqua e trappeti. Bisogna ricordare, che in questo luogo si trovava il passaggio della “via del sale”, crocevia del commercio fra la zona costiera di Palmi e la città di Seminara. La forza sfruttata per muovere le grandi macine dei mulini, era naturalmente quella dell’acqua proveniente dal vicino torrente Sambiceli. Secondo fonti storiche, la costruzione di queste strutture ha origine fra il dodicesimo e il tredicesimo secolo. I resti delle imponenti opere murarie sono ancora oggi ben visibili e fra essi si segnala la presenza di un mulino datato 1599. Un mulino in particolare è ancora ben visibile lungo la strada che conduce alla spiaggia della Marinella. Il sistema utilizzato per far confluire l’acqua del Sambiceliall’interno del mulino in questione prevedeva il drenaggio dell’acqua a monte (zona Acqualive) attraverso un’opera di presa. L’acqua successivamente entrava in due grandi vasche d’accumulo. Tramite delle condotte la stessa scendeva in discesa verso la Marinella, dove si trovava un pozzo piezometrico e di carico o “saitta” (ancora oggi esistente), che riversa a cascata e con forza l’acqua su una ruota motrice per azionare le macine in granito. Terminata la sua funzione, l’acqua, riconfluiva all’interno del Sambiceli e dunque direttamente verso il mare.

Resti del pozzo piezometrico “saitta” presso la Marinella di Palmi.
Schema del funzionamento interno della macina.
Schema verosimile del sistema utilizzato anche presso la Marinella di Palmi.

LA TORRE DI SAN FRANCESCO

La torre di San Francesco, sorgeva in località torre a pochi passi dalla Croce dei Morti di località Acqualive, sulla strada conducente alla Marinella/stazione ferroviaria, al posto dell’omonimo belvedere ricavato dal diroccamento della stessa alla fine dell’800. L’anno di costruzione della torre è il medesimo della fortificazione della città di Palma, per volere del duca Carlo Spinelli: il 1565. Le dimensioni e le caratteristiche della torre erano simili a quella di Pietrenere, con una circonferenza di 22 metri e un’altezza di 15 metri. Adibita nei secoli successivi come postazione telegrafica, di questa importante struttura per la storia palmese, oggi non rimane assolutamente più nulla se non il nome della località che ne ricorda l’esistenza, ma ne approfondiremo meglio le caratteristiche successivamente, in un articolo dedicato.

Disegno del viaggiatore Edward Cheney, anno 1823, custodito presso la biblioteca regionale calabrese di Soriano Calabro.

 

Domenico De Luca