Talete, il Padre della Filosofia che mentre studiava gli astri cadde in un pozzo
22 Agosto 2020Una tra le più famose leggende che avvolgono la figura di Talete, oggi ospite del nostro “caffè con il filosofo”, è quella raccontata da Platone nel “Teeteto”. Il filosofo, intento a studiare e guardare gli astri, non si accorge della presenza di un pozzo e ci cade dentro, scatenando l’ironia di una servetta trace che lo accusa di preoccuparsi troppo di ciò che sta in cielo senza vedere ciò che aveva tra i piedi.
Questo aneddoto dimostra come la figura del filosofo, e dello studioso in generale, già dall’inizio dei tempi sia considerata alla stregua di un “professore distratto”, lontano dal “Mondo Reale”. Uno stereotipo che tutt’oggi risulta radicato nel Pensiero Occidentale, ovvero “chi studia ed approfondisce le cose è un fesso poco pragmatico e lontano dal mondo”.
Talete, lei è considerato il padre della filosofia, si ritrova spesso nelle prime pagine dei libri scolastici, ma ci può dire qualcosa in più sulla sua vita per esempio?
T: Guardi, sono un tipo molto riservato, preferisco lasciar parlare gli altri.
Posso dirle che nacqui e vissi a Mileto tra il Settimo ed il Sesto Secolo a.C. , sulle vivaci coste dell’Asia Minore (quella che oggi voi chiamate Turchia). La mia era una terra coloniale, lambita dal mare e vivace dal punto di vista intellettuale. In questa zona spesso ci siamo posti il problema dell’identità e della nostra posizione nel mondo, essendo venuti spesso a contatto con altre culture e tradizioni.
Quindi il territorio ha influito nella sua dottrina. Ha detto che preferisce lasciar parlare gli altri di lei, e cosa dicono?
T: Quello che mi ha dedicato più attenzioni è stato il collega Aristotele, tanto da dedicarmi un pezzo della sua opera filosofica che si intitola “Metafisica”, mi etichetta come materialista poiché il mio pensiero presuppone che il principio di tutte le cose sia materiale, che nulla si genera e si distrugge, ma tutto muta.
Platone invece sostiene, e di questo lo ringrazio, che sia molto bravo ad escogitare espedienti tecnici, mentre Erodoto racconta che addirittura abbia progettato un canale per deviare un fiume e che sia riuscito a prevedere un eclissi solare poi avvenuta nel 585 a.C.
Molte sono leggende, ma mi piace mantenere quest’alone di mistero e quindi non rivelerò cosa è vero e cosa non lo è.
Su di lei, più che scritti, circolano numerosi aneddoti. Ce ne può raccontare qualcuno?
T: Si, il più famoso è appunto quello secondo cui avrei predetto un’eclissi solare, ma ne abbiamo già parlato. Poi c’è quello del magnete, che ha influenzato molto il mio pensiero filosofico: mi sono accorto che il ferro vicino al magnete si avvicina come fa l’animale col cibo, e mi ha convinto che c’è un’anima in tutte le cose, tutto ciò che si muove è vivo. Qualcuno poi mi prende in giro per la mia teoria secondo la quale la Terra galleggia sull’Acqua.
Io la immagino come un disco impermeabile, con numerose cavità contenenti aria e abbastanza grande da spostare una sufficiente quantità d’acqua che permette il galleggiamento. L’acqua, muovendosi, avrebbe trasmesso il suo moto al disco della Terra, provocando i terremoti .
E del Talete matematico cosa ci racconta?
T: Mi trovavo in Egitto, ed incuriosito dalla maestosità delle Piramidi cercai un modo per misurarle. Mi servii delle ombre che proiettavano sul terreno, accorgendomi che un fascio di rette parallele determina su due trasversali insiemi di segmenti proporzionali.
Ci viene da chiedere se tutti questi studi e conoscenze le abbia tramandate a qualche discepolo.
T: Non ho avuto nessun discepolo, ho solamente conosciuto per questioni geografiche Anassimandro di Mileto, se lo intervisterete però scoprirete come il suo pensiero converga col mio solo parzialmente.
Christian Carbone